domenica 20 settembre 2015

Firenze by night

Il fascino di una città che il tramonto via via avvolge in una luce magica, prima che i lampioni si accendano. Guardando il video ho pensato che fosse irreale, tanto è bella.
Firenze si apre a chi la ama, conquistandone il cuore. Un incanto senza fine.
Sono anni che desidero rivederla e oggi più che mai in un momento di grande tristezza per la scomparsa di mia madre, l'unico desiderio vivo e pulsante è passeggiare nelle sue stradine, andare su e giù per i ponti cercando la luce migliore per immortalare le sue incomparabili bellezze, rivedere i miei musei preferiti. 

Questo video mi ha permesso di sognare, sorridere e commuovermi... vederla seppur dal monitor di un computer è sempre una grande emozione, vorrei abbracciarla e lo faccio col pensiero.

Al minuto 3.28 un tuffo al cuore... la maestosità di San Miniato al Monte è mozzafiato.  Fermo immagine e replay, non so quante volte... quella scalinata l'ho sempre percorsa di giorno, ma la sera è uno splendore!
La mia ultima vacanza a Firenze risale al 2008, nel corso di questi anni ho continuato ad amarla sperando di tornare... il mio sogno, un viaggio di sola andata. Perché ho la Toscana nel cuore♥
@2015 Mirella Puccio - Tutti i diritti riservati

domenica 12 luglio 2015

Arte contemporanea al Forte di Belvedere

L'unico luogo dove vorrei trovarmi oggi è ‪Firenze‬ e trascorrere un'intera giornata al Forte di Belvedere in occasione di "Human" mostra-installazione d'arte contemporanea di ‪Antony Gormley. Il grande artista inglese è famoso per le sue ‪sculture‬, ‪‎installazioni‬ e opere d’arte che esplorano il complesso rapporto fra il corpo umano e lo spazio. Il sito vi racconterà tutto di lui e dei suoi lavori: http://www.firenze-gormley.eu/

Dal Forte, il panorama sulla città è sensazionale e non verrei mai più via. Con uno sguardo si abbracciano l'intera città e le colline, a 360°. È bellezza allo stato puro, è Firenze.
Panorama su Firenze dal Forte di Belvedere
Nel 2005 al Forte avevo visitato la bellissma e suggestiva mostra di Folon, cliccando qui potrete leggere il mio reportage.

I video che seguono vi permetteranno di conoscere Gormley e ammirare la città più bella al mondo.
"Human" di Antony Gormley, è un progetto artistico che comprende oltre 100 opere e resterà al Forte fino al 27 Settembre 2015, con ingresso libero.

“Sul terrazzo più basso del Forte le 12 figure di 'Critical Mass' sono installate in senso lineare e progressivo dalla posizione fetale a quella assunta  per osservare le stelle richiamando l’ascesa dell’uomo. All’estremo opposto del terrazzo più basso si trova un ammasso confuso degli stessi corpi”. 

L'installazione evoca tutte le vittime del XX secolo.

Ritengo emozionante e imperdibile l'esposizione delle sculture di Gormley nella fortezza cinquecentesca che per l'occasione si trasforma in una cornice preziosa.

L'intervista al sindaco di Firenze Dario Nardella in cui spiega i vari aspetti della mostra.

@2015 Mirella Puccio - Tutti i diritti riservati

Firenze, Forte di Belvedere

26 Aprile 2015 – 27 Settembre 2015

Ingresso libero
Mostra promossa dal Comune di Firenze
Organizzata da Mus.e
Con il sostegno di Galleria Continua e White Cube
Direzione Artistica di Sergio Risaliti
A cura di Arabella Natalini e Sergio Risaliti

Buongiorno Toscana!

Buongiorno!
Sono lieta di comunicarvi che ho deciso di riprendere in mano il blog. Magari mi porterà fortuna e riuscirò a tornare in Toscana, perché oggi l'amo più che mai.

Dichiarazione d'amore

©2015 Mirella Puccio ~Tutti i diritti riservati

sabato 27 aprile 2013

Una Firenze al peperoncino...

Quel giorno passeggiando a Firenze senza una meta, giunsi in prossimità dello “Spedale degli Innocenti”, in piazza SS. Annunziata. Mi accolse un trionfo di bancarelle, un mercato variopinto e brulicante di gente, tanto che per un attimo rimasi confusa. Mi pareva che in qualche modo l'avessero violata, invadendo ogni spazio con mercanzie di ogni genere.
Ero passata diverse volte da quella grande piazza e mi ero documentata sulla storia dell’Ospedale, ripromettendomi di visitarlo, anche perché comprendeva una chiesa e un museo. In realtà si trattava di un'antica  struttura destinata al ricovero degli orfanelli e delle ragazze madri, sorto su progetto di Filippo Brunelleschi nel 1421. L’istituto fondato e gestito dall'Arte della Seta, “uffizio” incaricato dalla Repubblica fiorentina per la cura dei trovatelli, costituì il primo brefotrofio in Europa. In seguito all'alluvione del 1966, venne interamente ristrutturato. 
Mi piacevano il portico esterno, con le sue nove arcate a tutto sesto, i balconcini fioriti, i tondi in terracotta invetriata bianca e azzurra aggiunti successivamente da Andrea della Robbia che raffiguravano un neonato in fasce, divenuto poi il simbolo dello Spedale.
Non avrei mai pensato di sgomitare per transitare, né di trovare pane, spezie, pizzi, frutta e verdura. Il banco del peperoncino attirò la mia attenzione. Mi avvicinai per curiosare, ce n’era di ogni forma e colore, appeso o  adagiato in cestini e mentre mi apprestavo a sceglierlo, un uomo, alle mie spalle, disse: «Fossi in lei, sceglierei quello, è il migliore».
Mi girai e a quella voce bassa, suadente, corrispose un volto interessante. Lo guardai e lui aggiunse:
«Mi permetta di regalarglielo» e prima che potessi protestare, il ragazzo dietro al banco aveva già confezionato un pacchetto.
«Lo prenda, è un piccolo omaggio alla sua bellezza».
«Grazie, ma non avevo mai ricevuto un regalo simile e per giunta da uno sconosciuto… mi sfugge qualcosa… c’è forse un significato recondito?».
«Certo che sì… »,  ribatté lo sconosciuto.

©2013 Mirella Puccio ~Tutti i diritti riservati

martedì 19 marzo 2013

Esule

Alessandro Baricco* interpreta alla perfezione ciò che sento per Te.
Immagini, odori, suoni, stampati per sempre, in modo indelebile, nel cuore e nei sensi. 
Era quella la felicità, non ho dubbi. 
Lo sapevo e la lontananza l'ha confermato.
Vorrei che non fosse troppo tardi... sì, mi sento come un'esule, lontana da quell'immagine, quel suono, quell'odore, che nel tempo hanno germogliato dentro di me, radicandosi bene. 
E mi sento come un naufrago che arranca su una zattera e le onde spingono alla deriva. 
Vorrei avere un'altra occasione per tornare da Te.
Stavolta non ti lascerò, sarà per sempre.
Ritornerò, Firenze mia.
© 2013 Mirella Puccio

*Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te li togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva.
Alessandro Baricco ~Castelli di Rabbia~



lunedì 20 giugno 2011

Il Palazzo di Bianca, fra storia e mistero

Ero stanca ma decisa a ritrovare quel Palazzo cinquecentesco che aveva attirato la mia attenzione qualche giorno o qualche anno prima… mentre proseguivo nella ricerca, pensai che forse lo avevo solo immaginato. Ricordavo distintamente la facciata a grottesche [1]  e la zona, nei pressi di Palazzo Pitti.
Da Piazza Pitti imboccai una serie di viuzze finché non giunsi in via Maggio, l’antica “Via Maggiore” una delle più belle vie del quartiere d’Oltrarno, finché m’imbattei nell’edificio agognato… FINALMENTE! Osservai la splendida facciata dal marciapiede opposto e dopo alcuni istanti attraversai per leggere meglio la targa con l’iscrizione:
“Palazzo di Bianca Cappello
sulle case già del Corbinelli
XVI secolo”
Il Palazzo, al civico 26, presentava un portale imponente e quattro finestre circolari in cima ai tre piani, simili a oblò. Scattai alcune foto e subito dopo gettai un’occhiata alla guida tascabile di Firenze per controllare se ci fossero informazioni riguardanti il Palazzo, ma non trovai nulla. Avrei recuperato su Internet ogni dettaglio una volta rientrata al residence, sentivo che dietro c’era una storia d’amore, ma non solo…
Scoprii che due persone innamorate erano morte inspiegabilmente e dopo cinque secoli, la loro scomparsa era ancora avvolta dal mistero.

Bianca Cappello (Venezia, 1548 – Poggio a Caiano, 20 ottobre 1587), apparteneva a una nobile famiglia veneziana e fu la donna più bella e odiata che fece parte della dinastia de’ Medici. Sposa infelice di Pietro Bonaventuri che per sedurla si era spacciato per il rampollo di una potente famiglia fiorentina, la istigò a fuggire e andarono a Firenze, dove Bianca conobbe il granduca di Toscana Francesco I de’ Medici 
Divenne la sua amante e lui decise di donarle un palazzo. Ma non un palazzo qualsiasi… incaricò Bernardo Buontalenti della costruzione di un edificio per Bianca, che fosse vicino alla sua residenza di Palazzo Pitti. Fu edificato sui resti di una costruzione del Quattrocento e occorsero quattro anni di lavoro, dal 1570 al 1574, per portarlo a termine. In principio la facciata non era decorata con le grottesche bianche che si vedono oggi, esse furono realizzate da Bernardino Poccetti nel 1579, quando Bianca donò il palazzo all’ospedale di Santa Maria Nuova, dato che si era trasferita nelle stanze di Palazzo Pitti.
Nel frattempo il marito di Bianca fu assassinato in circostanze misteriose nel 1572. Anche la moglie del granduca, Giovanna d’Austria, morì e i due amanti convolarono segretamente a nozze nel 1578, nonostante l’aperto dissenso della famiglia Medici che non nascose mai la propria ostilità nei loro confronti.
Il granduca richiese ancora una volta al Buontalenti di creare un nido d’amore, fuori città.  La costruzione di Villa Pratolino a Vaglia, con l’annesso parco delle meraviglie, più che un nido era una reggia: fontane con zampilli che emettevano particolari sonorità, grotte, cascatelle, ponti e laghetti che scendevano dai due lati meridionali del parco, finanche un monumentale gruppo statuario detto dell’Appennino, su disegno del Gianbologna
Il figlio della coppia, Antonio, non fu mai accettato come erede ufficiale del Granducato anche per via del lignaggio molto controverso. Si vociferava fosse stato adottato e Bianca avesse simulato una gravidanza pur di concedere il primo erede maschio a Francesco. Bianca e Francesco morirono in circostanze sospette nella villa medicea di Poggio a Caiano, la notte tra il 19 e il 20 ottobre 1587, a distanza di poche ore l'uno dall'altra. Due le teorie: una misteriosa febbre (malaria?) o un avvelenamento ordito dal cardinale Ferdinando, fratello del granduca. La salma di Francesco fu sepolta nelle Cappelle Medicee, mentre a Bianca, morta ad appena 39 anni, non furono riservati gli onori cui avrebbe avuto diritto una granduchessa. Il cardinale, spogliatosi dell’abito talare, successe a Francesco diventando granduca col nome di Ferdinando I;  ad Antonio, suo nipote, accordò una rendita annuale a condizione di rinunciare al titolo e a ogni pretesa circa l’eredità.
Il palazzo, famoso per esser stato lo scenario di una delle più chiacchierate storie d'amore del Rinascimento, oggi appartiene al Comune di Firenze, che l’ha adibito quale sede dell'archivio e dei laboratori di conservazione e restauro dei libri del Gabinetto Vieusseux.
Da qualche anno un’equipe di studiosi sta cercando di chiarire le circostanze in cui morirono Bianca e Francesco. Nel 2005 Donatella Lippi, professoressa di Storia della medicina all’università di Firenze, scoprì i resti di due corpi nella chiesa di Santa Maria a Bonistallo, a Poggio a Caiano, dove i due erano morti.  Nel 2006 l’esame tossicologico, confermò la presenza d’arsenico, ciò rafforzerebbe la teoria dell’omicidio.
Il mistero sulla donna più affascinante che abbia mai abitato in via Maggio, continua.
Mi stupì molto costatare di aver acquistato nei pressi di Palazzo Pitti (prima di scoprire il Palazzo e la storia di Bianca), un paio di orecchini antichi molto simili a quelli portati da Bianca in uno dei suoi ritratti.
© 2011 Mirella Puccio  - Tutti i diritti riservati


[1] Tipo di decorazione i cui temi principali sono: sfingi, arpie, mascheroni, tralci vegetali, candelabri, figure umane e fantastiche, prospettive architettoniche, paesaggi. Il suo uso si diffonde nel Rinascimento parallelamente alla riscoperta dell’antico grazie agli innumerevoli ritrovamenti archeologici, come la Domus Aurea, il sontuoso palazzo neroniano che giaceva sepolto da secoli. I primi esploratori che scesero al suo interno ebbero l'impressione di trovarsi in una serie di grotte, per questo motivo le particolari decorazioni che vi si trovavano furono chiamate "grottesche".